Ecco la recensione che del libro lo scorso mese ha scritto Rosa Pugliese per il Nasone di Prati:
I ricordi hanno spesso un sapore in bianco e nero, in grana sporca, contorni sbiaditi, propri delle fotografie. Ci rendono quello che siamo. Roma riesce meglio di altre città a farci sentire piccoli nei confronti della storia e allo stesso tempo a restituircela intatta ogni volta che in un vicolo di quartiere ritroviamo una certa atmosfera, come se qualcuno spegnesse tutti i rumori nuovi e restassero quelli antichi, propri della vita quotidiana di chi ha visto la città cambiare negli anni e restare in fondo così simile a se stessa. "Gente e luoghi del Municipio Roma XVII" a cura di Alberto Monodori Sagredo ci restituisce «Castel Sant’Angelo affacciato sul Tevere privo degli argini che ne ingabbiamo il percorso, piazza San Pietro che appare dai vecchi palazzi con i tetti di tegole della spina di Borgo, piazza Scossacavalli, via Cola di Rienzo con le osterie, i palazzi di Prati, la collina di Monte Mario». La fotografia ha il dono di racchiudere la realtà in un rettangolo in cui sembrerebbe impossibile fermarla e ci costringe a guardare con più attenzione i dettagli e quei momenti che avremmo certamente dimenticato o che qualcuno ha vissuto per noi, fermi, immobili, ma vivi nel tempo. Un libro fotografico come questo ha il pregio di mettere insieme non soltanto squarci del quartiere, personaggi e momenti che ne disegnano il contorno e l’identità; ma anche punti di vista differenti, sguardi guidati da una curiosità sempre nuova, così ogni tassello si unisce all’altro, anche se in maniera imperfetta. «Il tempo non esiste – diceva Sant’Agostino - è solo una dimensione dell'anima». E se riuscissimo in qualche modo a fermarlo, se di quel tempo passato conservassimo una fotografia che ci racconti un presente diverso e ci saldi ad un futuro in cui avremo bisogno di spiegare come eravamo? Questo libro fotografico ci aiuterà, in qualsiasi momento, ad accorciare le distanze tra noi e quello che Sagredo chiama «il palcoscenico della memoria».
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