venerdì 3 ottobre 2008

Parola alle maestre: riforma si o no?


Il Ministro Gelmini ha affermato che il ritorno al maestro unico nella scuola primaria sia la risposta ad “un’esigenza pedagogica”. Che ne pensa?
Maestra P. D’Agostino, scuola "E. Pistelli"
Ritengo che gli studenti che escono oggi dalla scuola primaria abbiano alcune carenze, anche per colpa dell’eccessiva frammentarietà degli insegnamenti: lei consideri che ogni ora dura 50 minuti, magari si sta affrontando una lezione importante che viene interrotta dal suono della campanella. Oppure capita che una classe abbia delle fragilità in alcune materie, allo stato attuale è molto complicato appianarle, ma il ritorno al maestro unico potrebbe essere un buon modo di “personalizzare” maggiormente gli insegnamenti alle esigenze della classe.
Maestra S. Fredda, scuola "E. Pistelli"
Il maestro unico è oggettivamente rassicurante, ma ora come ora il bambino è abituato a confrontarsi con più persone; poteva andare bene nel passato ma oggi una maestra non può avere le competenze per insegnare tutte le materie, perché ha necessariamente una specificità a livello professionale che anzi è un vantaggio per la qualità delle sue lezioni. Poi le dirò, lavorare in team è uno stimolo per le insegnanti a confrontarsi, autovalutarsi, a crescere e a migliorarsi perché non dimentichiamoci che la scuola è una realtà dinamica, che richiede aggiornamenti continui.
Rispetto alla sua esperienza, gli studenti risponderebbero meglio ad un unico punto di riferimento?
Maestra P. D’Agostino
Beh sicuramente un’unica maestra saprebbe organizzare il suo tempo rendendo il suo insegnamento molto più efficace ed efficiente.
Maestra S. Fredda
Io credo che la maestra non debba essere una seconda madre perché la comunicazione affettiva che ha con l’alunno deve restare a livello di “feeling comunicativo”, aspetto che funziona ottimamente con un team di insegnanti.
Si parla di meno insegnanti ma anche di una eventuale reintegrazione di alcuni per l’insegnamento dell’inglese e dell’informatica. È un buon compromesso?
Maestra P. D’Agostino
Credo che sia una buona opportunità perché in fondo è nostro compito anche aspirare ad avere una seconda competenza, potrebbe essere anche uno stimolo per le stesse insegnanti ad allargare le proprie conoscenze.
Maestra S. Fredda
Tutto dipende da come viene gestito questo “passaggio”: Molto spesso le insegnanti si devono aggiornare a loro spese, quindi è comunque un freno alla multidisciplinarietà. Inoltre sì, si parla di questa necessità di insegnare l’informatica sin dalla scuola primaria... ma lei vede dei computer? S’immagina trenta piccoli alunni davanti al pc? Come potrebbero essere seguiti individualmente? C’è un controsenso: ci dicono che i soldi non ci sono ma poi si pretende che la scuola abbia i mezzi per l’insegnamento dell’informatica!
Come valuta il ritorno alla “divisa scolastica”?
Maestra P. D’Agostino
Assolutamente una scelta auspicabile, sia come strumento di lavoro, che soprattutto come modo per tornare ad avere gli studenti sullo stesso livello, perché le assicuro che l’abbigliamento dei bambini a scuola può essere motivo di grandi disparità che potrebbero essere vissute male.
Maestra S. Fredda
Ecco un altro fattore rassicurante… Secondo me è molto utile nell’ottica di fornire al bambino uno strumento di lavoro che gli permette di non sporcarsi per esempio, però resta un falso problema: mi sembra come il voto in condotta che viene presentato come la sconfitta del bullismo. Il grembiule non appiana da solo le diversità tra i bambini.
Sono previste solo 24 ore settimanali e un eventuale doposcuola “a richiesta”. Cosa ne pensa?
Maestra P. D’Agostino
Credo che oggettivamente ci dobbiamo mettere di fronte al fatto che i soldi non ci sono e che quindi tanto vale cominciare ad adeguarsi alle possibilità che realmente abbiamo; e poi le ripeto che proprio per questo la maestra unica sarebbe lo strumento migliore per mantenere, anche se con meno ore, una buona qualità dell’insegnamento.
Maestra S. Fredda
Ventiquattro ore sono assolutamente insufficienti per le attività che vogliono far svolgere alla scuola! Salterebbero anche le uscite culturali che sono uno stimolo importante per gli alunni. Poi il doposcuola “a richiesta”, cioè su domanda delle famiglie, è molto rischioso perché così si perderebbe l’unitarietà nazionale della scuola pubblica e quindi si potrebbe andare verso una progressiva privatizzazione “all’americana”.
(a cura di Gaia Marnetto)

1 commento:

Anonimo ha detto...

In merito alla dichiarazione della collega della scuola d'infanzia Pistelli, P.D'Agostino:
"lei consideri che ogni ora dura 50 minuti, magari si sta affrontando una lezione importante che viene interrotta dal suono della campanella." vogliamo precisare che nella scuola primaria non esistono attività di 50 minuti e l'unico suono di campanella è quello che segnala l'entrata e l'uscita dei ragazzi dalla scuola.
Le insegnanti della scuola primaria E.Pistelli