E ancora: obbligo del grembiule, voti in pagella, educazione civica.
È questa la scuola del futuro disegnata dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Una rivoluzione copernicana in parte già entrata nel decreto legge approvato ad agosto dal consiglio dei ministri. Per il resto, invece, bisognerà attendere l’approvazione della Finanziaria 2009 o affidarsi all’autonomia dei dirigenti scolastici, per cui è possibile che ogni istituto faccia legge a sé. Ma non solo. L’assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, è intervenuta nella discussione con una serie di proposte shock: come il ridimensionamento della gratuità dei libri per gli alunni delle elementari e il tetto massimo di immigrati per classe alle materne.
Ad essere coinvolte nel progetto di riforma sono anche le sei elementari, le sei medie inferiori e le nove superiori del municipio XVII e se è vero che la maggior parte dei provvedimenti entrerà in vigore solo dal prossimo anno, studenti, insegnanti e genitori sono già sul piede di guerra.
Maestro unico. Con la reintroduzione del maestro unico rischiano il posto nel solo quartiere Prati una settantina di maestri. Esuberi consistenti che hanno già scatenato le prime proteste: volantinaggi, lutto al braccio e striscioni srotolati dalle finestre della Pistelli in via Monte Zebio. A preoccupare è anche la trasformazione del “tempo pieno” in “dopo scuola”, il passaggio, cioè, da attività extra-curriculari pomeridiane a una sorta di “parcheggio per bimbi” per fare i compiti.
Obbligo del grembiule. Sul grembiule, che nei sogni e nei disegni della Gelmini sarà rosso e blu con il fiocco, il coro dei maestri è unanime: «Si tratta solo di una legge-immagine, inutile quando vige il buon senso».
Voto in pagella. La riforma prevede il ritorno del voto in pagella al posto dei giudizi nelle medie inferiori. «Griglie numeriche - lamentano gli insegnanti del Belli - che non tengono conto della complessità dei ragazzi. Con disabili e stranieri che hanno bisogno di più tempo come faremo? Li bocciamo tutti?».
5 in condotta. Alle superiori torna il rischio bocciatura con il voto in condotta, che farà media con le altre materie. Ma su questo punto studenti e prof esprimono maggiore serenità: «Siamo d’accordo, è giusto che anche il comportamento conti», dicono al Mamiani Silvia, III G, e Edoardo, III C.
Esami a settembre. Tutt’altra musica quando si parla di esami di riparazione a settembre. Se Fabrizio del Talete li definisce «ridicoli, sarebbe meglio essere subito promossi o bocciati», Francesco, II G del Mamiani, accusa: «Ho dovuto pagare io le ripetizioni perché nella mia classe non hanno fatto corsi di recupero». Non manca, però, qualche voce fuori dal coro. Tommaso del Dante e Federico del Tacito: «Così c’è più meritocrazia».
(Viola Giannoli)
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