Per chi non ne fosse ancora a conoscenza, martedì 14 ottobre, si è svolto in Municipio il primo incontro tra amministrazione e cittadinanza riguardo gli obiettivi della legge regionale n.26 sul “processo di partecipazione alle opere pubbliche”.
La legge ha stabilito uno stanziamento di 5 milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche “partecipate”, cioè ideate dai cittadini. Ogni municipio coinvolto, in questo caso il XVII, avrà a disposizione 300.000 euro, e non è poco, per la realizzazione dell’opera; mentre il 10% di questa somma dovrà essere utilizzato per le spese relative all’organizzazione e alla gestione del processo partecipativo.
Questa è una grandissima occasione che dovrebbe portare a rimboccarsi le maniche per sviluppare proposte utili. La partecipazione avverrà infatti attraverso la compilazione di moduli reperibili in Municipio o scaricabili da internet, in cui indicare l’opera da realizzare, le modalità di esecuzione e gestione della stessa e i dati anagrafici del cittadino partecipante. Da ricordare che la data di consegna dei contributi è prevista per il 18 novembre. Il tema è libero e chiunque può indicare qualcosa che ritiene necessario per il quartiere. Si può spaziare dalla creazione o riqualificazione di aree verdi a interventi sulla mobilità, dall’abbattimento delle barriere architettoniche a proposte di carattere sociale e culturale.
In assemblea si è discusso, di queste e altre ipotesi, in assenza di un quadro di fattibilità chiaro che riportasse l’elenco delle aree “intoccabili” (cioè sotto vincolo, private ecc.) o attualmente oggetto di pianificazione.
Ad esempio, lo spostamento del cantiere della metro C. Il progetto è pubblicato on line da Roma Metropolitane e mostra il nuovo tracciato infrastrutturale, in cui per quanto riguarda il XVII municipio la fermata dovrebbe sorgere nella zona di viale Mazzini (fronte poste). La soluzione ha suscitato notevoli perplessità poiché il cantiere dovrebbe occupare i giardinetti di via Plava; in alternativa a questa prospettiva la presidente del municipio Antonella De Giusti propone lo spostamento della fermata nella zone del Foro Italico in modo da far slittare il cantiere d’appoggio.
Altro esempio, il riuso del teatro della Marina e delle caserme per eventi culturali. Anche in questo caso ci sarebbero non pochi problemi e incognite da affrontare per entrambe le proposte. Il teatro della marina si trova, a detta della presidente, in uno stato di degrado strutturale che di fatto ne impedisce l’utilizzo pubblico e il restauro degli spazi prevede un notevole impiego di risorse economiche. Per quanto riguarda il riutilizzo degli spazi delle caserme, la giunta municipale non si pronuncia, in attesa forse che questa ipotesi si concretizzi in un progetto concreto.
Interessante e quasi comico è invece il discorso, tirato in ballo dall’associazione "Civico 17", riguardo al restauro e rifunzionalizzazione del casale Strozzi, attualmente un rudere immobile nell’area demaniale di piazzale Clodio. L’idea di grande potenziale ed efficacia risulta però inattuabile ad oggi a causa dell'impossibilità di comunicazione del nostro Municipio con il Dipartimento III del Comune di Roma (che gestisce il patrimonio degli immobili). Sembra, come ha dichiarato la presidente De Giusti, che l’assessore Antoniozzi non sia reperibile. Si rimane sorpresi di fronte a tali motivazioni, da cui risulta che la non fattibilità delle cose dipenda da una incapacità di comunicazione tra i vari organi amministrativi.
Comunicazione e informazione che si sono dimostrati insufficienti anche tra Municipio e cittadinanza, vista l’assenza dei cittadini in sede di assemblea. Un incontro, quello di ottobre, in cui la presidente Antonella De Giusti ha tentato di rispondere a tutti gli interrogativi emersi. Il problema è che questi “tutti” erano sette cittadini seduti intorno al tavolo consiliare. Il fatto di essere in sette fa riflettere e suscita un profondo riesame da parte dell’amministrazione degli strumenti informativi a disposizione del Municipio. È infatti chiaro, leggendo le linee guida di questa iniziativa, che “l’informazione costituisce il primo livello del processo partecipativo" e può avvenire oltre che attraverso internet, con altre forme di comunicazione che possano far crescere il dibattito e la partecipazione nel territorio. Interessante è a questo riguardo la proposta dell’associazione "Civico 17" di una consulta delle associazioni del municipio XVII, che si collochi come strumento intermedio di dialogo tra amministrazione e cittadinanza.
Di fronte a queste idee e prendendo atto della situazione migliorabile, ogni cittadino dovrebbe fare uno sforzo maggiore di auto-informazione; questo perché ormai manca poco più di una settimana alla data di consegna dei moduli ma, come la stessa De Giusti ha confermato, sono previsti altri incontri pubblici, nei quali si spera di essere sempre più numerosi. Se è vero infatti che il processo di democrazia diretta si può attuare con l’ascolto di un singolo cittadino, una presenza collettiva forte è determinante per il miglioramento delle scelte che riguardano tutti.
(Simone Di Benedetto)