martedì 18 novembre 2008

Caserme in Comune

A leggere i principali quotidiani sembrava cosa fatta. “Cinquecento milioni l’anno a Roma per ripianare i suoi debiti, più poteri alla Capitale, dalla valorizzazione dei beni storico-artistici alla pianificazione urbanistica, e, soprattutto, il passaggio dallo Stato al Campidoglio di un patrimonio miliardario tra cui le caserme di Prati e di Castro Pretorio”. Così La Repubblica, il 4 ottobre scorso, titolava nella cronaca di Roma. Ma il progetto era addirittura di un anno fa. Con il decreto del 28 febbraio 2007 il Governo aveva deciso di valorizzare gli immobili militari inutilizzati, eredità dello scorso secolo, e con la finanziaria dello stesso anno (comma 263), ben 804 beni immobili in tutta Italia vengono trasferiti dalla Difesa ai comuni. Un valore complessivo stimato intorno ai 4 miliardi di euro, che tuttavia non coinvolgeva le caserme di Prati e Castro Pretorio. Solo nell’emendamento al disegno di legge sul federalismo fiscale approvato lo scorso ottobre – per intenderci quello che porterà nelle casse della capitale 500 milioni l’anno – si fa riferimento agli (enormi) spazi militari inutilizzati che si trovano nel cuore del nostro quartiere, tra viale delle Milizie e viale Giulio Cesare. Si tratta di caserme dismesse, ex fabbriche di armi e campi di addestramento. Un patrimonio immenso che passerà dalla Difesa direttamente nelle mani del Campidoglio. La questione però è come e quando: «Spetta a loro decidere se utilizzarli per attività sociali e servizi al cittadino o farne centri commerciali privati per battere cassa». Per Alberto Del Gobbo – assessore all’urbanistica, alla mobilità e ai lavori pubblici del XVII Municipio – è una conditio irrinunciabile quella di utilizzare gli spazi dismessi per le esigenze dei cittadini. «Queste zone si potrebbero destinare ad asili nido, centri anziani – continua l’assessore – e impianti sportivi, oppure avviare il progetto di un auditorium». La “piazza d’armi” di fine Ottocento oggi non ha più senso, soprattutto in un quartiere afflitto da un immobilismo infrastrutturale e che «non ha ancora risolto le annose questioni della mobilità e dei parcheggi», prosegue Del Gobbo. Dal canto suo il Comune fa sapere, attraverso l’ufficio stampa dell’assessore all’urbanistica Marco Corsini, che «bisogna ancora aspettare l’approvazione della legge finanziaria», e ribadisce che «è troppo presto per conoscere la destinazione effettiva di tutti quegli spazi». Il Campidoglio tende poi a precisare che il cambio di destinazione urbanistica delle caserme sarà regolamentato da una serie di bandi pubblici e che, pertanto, non si può ancora stabilire una tempistica. Tuttavia il ruolo degli enti locali sarà fondamentale, soprattutto come garante del cittadino nel processo di trasformazione di questi immobili, affinché vengano privilegiati gli usi pubblici e sociali e non la speculazione. «Noi abbiamo già fatto partire una raccolta di firme per la riqualificazione della caserma di viale Angelico – continua l’assessore Del Gobbo –, uno dei luoghi più importanti dal punto di vista urbanistico di tutta la città».
(Nicola Vicinanza)

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